lunes, 30 de junio de 2014

Oltrecultura sul concerto Brahms/ Beethoven al San Carlo

Marc Albrecht non si può dire abbia fallito, ascoltati i risulati di assoluto rilievo, sia nel fraseggio che nell'equilibrio tra solisti, masse corali e orchestrali.
Il gesto è nitido e attento e proprio per questo ci siamo stupiti nel notare prime parti sancarliane contare le battute di pause, visibilmente "solfeggiandole", come se diffidassero del tempestivo attacco evocato dal direttore.
Il Coro diretto da Salvatore Caputo ha affrontato con proficuo impegno le pagine brahmsiane e beethoveniane, nelle ultime i sei solisti scelti dalle sue fila hanno dato ottima prova, a cominciare dalla svettante Valeria Attianese, dalla vocalità rotonda e dall'accento incisivo ed elegante; per il soprano secondo la scelta è caduta su un mezzosoprano della compagine sancarliana,Giuseppina Acierno, che ha dato colore pastoso all'insieme solistico.
Solida e precisa Annamaria Napolitano, contralto, che nonostante la tessitura e la presenza di altre due voci femminili, è risultata adeguata e presente.
Favoriti dalla scrittura nel registro acuto, ma sostenuti da incisiva vocalità i due tenori Antonio Mezzasalma (tenore I), Giuseppe Valentino (tenore II) hanno anche rivelato coerenza stilistica.
Di Francesco Esposito va rimarcata l'ennesima professionalissima prestazione; alle qualità riconosciute da tempo  il baritono ha sempre aggiunto scrupolosa dedizione e, negli anni, questo atteggiamento ha contribuito a costruire un solista di valore.
Un sestetto vocale, quindi, scelto con proprietà e competenza e anche con il coraggio, premiato, di scelte non scontate.

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